Il futuro appartiene alle auto alimentate a pile a combustibile. Anzi, alla luce della rapida evoluzione del comparto e del moltiplicarsi di convegni e appuntamenti pubblici, verrebbe da dire che si tratta di una tecnologia ormai ben radicata nel presente. Stiamo parlando di veicoli in cui, al pari di quelli a idrogeno, l’elettricità viene prodotta direttamente a bordo, in tempo reale, attraverso una reazione elettrochimica tra idrogeno compresso e ossigeno atmosferico, senza alcuna combustione e con l’unico prodotto di scarto costituto dal vapore acqueo.
Vantaggi auto a pile a combustibile
Il principale vantaggio è davanti agli occhi: l’abbattimento delle emissioni di gas a effetto serra e dell’inquinamento atmosferico, con la differenza rispetto alle vetture elettriche a batteria o plug-in, di disporre di tempi di ricarica di pochi minuti e un’autonomia fino a 600 chilometri. A rendere fiduciosi sono gli ampi margini di crescita, come è emerso ad esempio in occasione della recente Conferenza europea di Napoli, e la rapidità che sta caratterizzando questa evoluzione.
Rimanendo dentro i confini in italiani, non mancano regioni e località che esibiscono un surplus di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili che può essere utilizzato per la produzione di idrogeno e pile a combustibile. Molte città si contenderanno il riconoscimento di primi siti nazionali dove implementare le attività previste del Piano nazionale per la mobilità a idrogeno che prevede una prima fase di attuazione attraverso lo sviluppo di flotte aziendali pubbliche o private, che potranno rifornirsi in aree dove sorgeranno le stazioni di rifornimento.
Il punto è proprio questo: riuscire a coniugare ampia disponibilità di idrogeno a costi contenuti ovvero competitivi rispetto a quelli degli altri combustibili. Se si riuscirà a trovare la chiave per aprire questa porta, cambiamenti, novità e miglioramenti spunteranno dietro l’angolo. A ogni modo, le prospettive di approvvigionamento energetico sono dagli esperti considerate luminose.
Lo dice l’Europa: giù le emissioni
La Commissione europea ha inserito l’idrogeno nella lista dei combustibili alternativi, al pari del gas naturale e dei biocarburanti. Non solo, ma ci sono anche delle scadenze ben precise da rispettare: entro il 2050, gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dall’Unione europea e ribaditi in occasione della Conferenza sul clima di Parigi (Cop21) dovranno essere raggiunti.
La direttiva comunitaria lascia discrezionalità agli Stati membri, Italia inclusa, in merito alla scelta di includere o meno idrogeno e pile a combustibile nel mix dei combustibili alternativi da indicare a Bruxelles. Ma i fondi europei potenzialmente disponibili andranno ai Paesi che hanno incluso questa tecnologia nel proprio piano nazionale. Dalle parole ai fatti il passo è breve poiché l’Italia si è già messa in moto per cogliere questa opportunità e prendere parte al progetto europeo sulla promozione di carburanti alternativi, dotandosi di un piano infrastrutturale per la mobilità all’altezza di un grande Paese.