Questione di feeling. Certe auto entrano subito nei cuori della gente. Altre strappano consensi dopo un iniziale sbandamento. Appartiene alla seconda categoria la Peugeot 4002, un concept esposto nei primi anni del nuovo millennio. Così, su due piedi, la potreste ritenere dal design troppo elaborato. Ma vi sono ottime ragioni storiche.
Peugeot 4002: il prototipo che riportò in vita la 402
Nel 2002 il Leone istituì un concorso internazionale per disegnatori amatoriali. In palio un trofeo, un premio in denaro di 5.000 euro e la possibilità di vederla realizzata a grandezza naturale. Da 90 Paesi provennero 2.800 candidature complessive e fu decretato vincitore Stefan Schulze, artista grafico tedesco. Sua la miglior reinterpretazione in chiave moderna di un lontano antenato, la 402 del 1935.
Peugeot 4002: la creazione di un artista in erba
Schulze si ispirò all’auto originale per quanto riguarda la carrozzeria aerodinamica e filante. La coupé disegnata, lunga 4,33 metri, prevedeva che padiglione e cofano anteriore si unissero. Morbide le fiancate, il posteriore sembrava quasi nascondersi. Altri particolari derivavano dalla lontana 402, come il tetto ad arco, le tre appendici sulle fiancate ed i Fuseau Sochaux, ossia fanali integrati nella mascherina popolari negli anni ’30. Proprio come tutte le auto dell’epoca prendevano spunto dalla Chrysler Airflow, la prima vettura dotata di una carrozzeria filante e non massiccia.
Peugeot 4002: stilemi che fecero scuola
Il costruttore transalpino donò grande visibilità alla 4002, tanto da esporla nello stand del Salone di Ginevra 2003, vicino a una novità assoluta come la 307 CC. Tuttavia, il prototipo era orfano del motore e non andò mai in produzione. Anche se ai giorni nostri possiamo ancora notare alcune analogie in modelli arrivati anni dopo, come ad esempio i fari allungati simili a grandi occhi delle 207 e RCZ. Nel 2007 Stefan Schulze tornò a far parlare delle proprie creazioni con la Panthera, un prototipo virtuale della DeTomaso Pantera che non trovò mai investitori.