E’ un argomento che ritorna a galla ogni volta che è in vista una legge finanziaria – o Legge di stabilità come adesso viene chiamata per edulcorare la pillola – e puntualmente viene disatteso. Si tratta dell’abolizione della Tassa Automobilistica, il tributo regionale sul possesso dei veicoli conosciuto ai più come il “bollo” dell’auto. Anche per il 2015 il bollo sarà vivo e vegeto e promette, anzi, di essere oggetto di aumenti dal punto di vista del suo valore – fino al 12% rispetto all’importo dell’anno precedente secondo i contenuti della legge di Stabilità 2014 approvata nei mesi scorsi – e dal punto di vista del restringimento delle esenzioni e degli sgravi, anche parziali, punto quest’ultimo dove invece il dibattito rimane aperto. Il bollo è un tributo dovuto da qualunque veicolo iscritto nel pubblico registro automobilistico da parte del suo proprietario e versato alla regione di residenza dello stesso. La regione possiede la delega per la sua riscossione e per l’attuazione delle linee-guida dettate in materia dalla legislazione statale, ragion per cui da regione a regione si possono rilevare differenze sia in tema di calcolo del dovuto, sia in termini di applicazioni dei criteri di esenzione.
Esenzione e sgravi per tipologia di vetture
Una prima categoria di esenzioni previste dalla legge è quella legata alla tipologia di auto immatricolata ed, in particolare, alla loro alimentazione, con lo scopo di favorire la scelta da parte degli automobilisti di vetture a basso impatto inquinante rispetto alle “tradizionali” diesel e benzina. Fanno parte di questa categoria le auto elettriche e quelle alimentate a gas, metano o GPL. L’applicazione di questa norma varia in sede regionale. Se prendiamo per esempio le vetture alimentate a metano o GPL, in quasi tutte le regioni lo sgravio nel costo del bollo è pari al 75% del suo valore, ma in Lombardia ed in Piemonte l’esenzione è totale. Per le auto elettriche, invece, l’esenzione è totale fino al quinto anno dall’immatricolazione in tutte le regioni, mentre passa al 75% dal sesto anno in avanti. Ancora una volta, in Lombardia e Piemonte l’esenzione totale non ha limiti di tempo. In generale, sono escluse da sconti le vetture ad alimentazione ibrida, ma tale regola non vale in Trentino dove esse sono equiparate a quelle a gas.
Esenzione per il trasporto di disabili e portatori di handicap
Il secondo grande “filone” di esenzione dal bollo è quello riservato al trasporto di specifiche categorie di persone. In particolare, sono esentati dal pagamento del bollo i veicoli utilizzati per il trasporto di disabili, sia fisici che psichici, appartenenti a diverse categorie definite dalla legge: sordomuti e non vedenti, persone con limitazione nella capacità di deambulazione, ridotte capacità motorie o affette da disturbi mentali titolari di indennità di accompagnamento. In tal caso, l’esenzione è valida sia se il veicolo è intestato al disabile, sia se è intestato ad un familiare del disabile stesso che rispetti i limiti di reddito indicati da ciascun ente regionale. In questo caso, la richiesta di esenzione deve essere effettuata entro 90 giorni dalla data di scadenza del pagamento attraverso un apposito formulario che può essere reperito presso gli Uffici Tributi locali di ciascuna regione – in alcuni casi anche on-line – ed allegando ad esso specifiche documentazioni legate ad ogni tipologia di disabilità.
Esenzione per le auto d’epoca
Un’ultima categoria di veicoli cui è riconosciuta l’esenzione dal pagamento del bollo sono le auto storiche o d’epoca, anche se occorre subito dire che tale norma è attualmente in fase di discussione e potrebbe subire restrizioni e cambiamenti a partire dal 2015. Ad oggi, comunque, per ricadere nella suddetta categoria di esenzione, un veicolo deve essere stato immatricolato almeno da trent’anni oppure da vent’anni ma essere riconosciuto come auto d’epoca dall’ASI, Automobil Storico Italiano. In questo caso, l’esenzione del bollo è totale, ma se la vettura deve circolare su strada pubblica, occorre versare una “Tassa di Circolazione” annua il cui importo varia dai 20 ai 30 euro a seconda della regione.