I Comuni sono responsabili della sicurezza stradale: in caso di controversia con un automobilista che chiede i danni da buca, gli enti locali devono dimostrare che poteva evitare di cadere nel cratere.
VA SOLO DIMOSTRATO IL NESSO DIFETTO-DANNO
Secondo la Cassazione, “quando il danno è causato da cose dotate di intrinseco dinamismo, l’attore ha il solo onere di provare il nesso di causa tra la cosa e il danno, mentre non è necessaria la dimostrazione della pericolosità della cosa”. Quindi, nessuna prova che la buca fosse pericolosa. “La pericolosità della cosa finte di danno non è, dunque, fatto costitutivo della responsabilità del custode, ma è semplicemente un indizio”, proseguono gli ermellini. È invece compito “della amministrazione convenuta provare la colpa esclusiva o concorrente della vittima”. Spetta al Comune dimostrare che la colpa è dell’automobilista.
LA DOMANDA
Nella battaglia contro le amministrazioni inefficienti serve mostrare che c’è una buca e che l’auto è stata danneggiata da quel “fosso”. Anzitutto, chiamate le Forze dell’ordine, che verbalizzeranno l’accaduto. Secondo, fotografate con lo smartphone sia il cratere sia la parte della macchina rovinata. Se ci sono feriti, serve il referto del pronto soccorso, o comunque un certificato medico. Qualora, chiesto risarcimento, il Comune non vi risponda o respinga la domanda, fate un atto di citazione tramite avvocato.
DIMOSTRATEVI PRUDENTI
Davanti al giudice, il Comune sosterrà che potevate guidare piano. Bastava mettersi al volante con la massima prudenza, e avreste evitato la buca. Dovrete provare che la buca costituiva un’insidia, un trabocchetto, del tutto inevitabile. E la vostra velocità era bassissima, proporzionata al traffico e al tipo di strada. Il Comune potrebbe allora puntare sul caso fortuito, sostenendo che, come abitante di quella città, eravate tenuti a sapere delle condizioni ed essere ancor più prudenti.