
Parlare della Mini-Minor è sempre complicato. Si corre il rischio di apparire pressapochisti nei confronti di chi conosce questa vettura dal primo all’ultimo bullone. È stato uno dei modelli più amati di tutti i tempi (5.505.874 le unità immatricolate), anche perché ha avuto una vita motoristica lunghissima (dal 1959 al 2000) che gli ha consentito di essere apprezzato da più generazioni. Gli esperti ci scuseranno, ma abbiamo deciso di correre questo rischio, raccontando cinque aneddoti sulla Mini-Minor.
CINQUE COSE CHE FORSE NON SAI SULLA MINI-MINOR – Prima d’iniziare con le cinque curiosità legate a questa vettura, occorre ricordare che si tratta di un’utilitaria molto compatta (misura solo 305 cm di lunghezza), prodotta sotto l’egida della British Motor Corporation da numerose case automobilistiche in tutto il mondo (l’Innocenti in Italia, ad esempio). L’epopea di quest’automobile ebbe inizio il 26 agosto del 1959, quando furono presentate sia la Austin Seven, sia la Morris Mini-Minor. Si trattava, in pratica, della stessa vettura, solo commercializzata con due marchi diversi.

LA MINI ITALIANA – Come già ricordato, l’Innocenti di Lambrate assemblò la Mini in Italia tra il 1965 e il 1975. Le Mini italiane erano leggermente differenti rispetto a quelle inglesi: gli interni erano più curati ed equipaggiati con un maggior numero di accessori, la calandra anteriore aveva un disegno diverso, mentre il cofano posteriore fu adeguato a ospitare la targa quadrata in uso a quel tempo.

UN LAVORO ITALIANO PER L’UTILITARIA INGLESE – La Mini-Minor fu protagonista di numerose pellicole, ma è ricordata soprattutto per essere il mezzo usato dai protagonisti del film “Un colpo all’italiana” (The Italian Job, 1959, regia di Peter Collinson). È anche l’auto di Mr. Bean, personaggio interpretato dal comico britannico Rowan Atkinson nell’omonima serie televisiva.

TANTI ALLORI SPORTIVI – La versione Cooper, rielaborata dallo stesso John Cooper, titolare dell’omonimo team di Formula 1, ebbe anche una folgorante carriera sportiva. Tanti gli allori conseguiti, ma il più noto resta il primo, anche perché conseguito in una delle competizioni motoristiche più affascinanti di sempre, ossia il Rally di Montecarlo. Timo Mäkinen portò al successo una Mini-Minor Cooper nell’edizione del 1963.

LE CELEBRI SERIE SPECIALI DEGLI ANNI OTTANTA – A partire dal 1969 la British Leyland, nuovo nome della British Motor Corporation, decise di rendere Mini un vero e proprio marchio, togliendo quindi i loghi di Austin e Morris, ma anche le denominazioni Seven e Minor. Negli anni Settanta, tuttavia, il modello fece registrare un brusco calo nelle vendite. Già a partire dal 1980, tuttavia, l’appeal commerciale della vettura tornò a essere elevato, anche grazie all’introduzione sul mercato di una serie impressionante di versioni speciali del mezzo: Mini 25, Mini Red Flame, Mini Red Hot, Mini Check Mate, Mini Studio 2 e Mini Piccadilly, solo per citare le più note.

LA CELEBRE COOPER S 1000 – Una delle versioni più rare della Mini è indubbiamente la Cooper 35, prodotta nel 1996 in soli 200 esemplari per celebrare degnamente i 35 di vita della vettura. Celebre anche la Mini-Minor Cooper S 1000, assemblata nel 1965 in poco più di 900 unità. L’ultima versione speciale fu presentata il 4 ottobre 2000 e si chiamava Final Edition.