Ciascuna auto riflette la mentalità del rispettivo Paese di origine come l’utilitaria Hyundai i20, a cui abbiamo prestato particolare attenzione.
ESTERNI – L’energia “maschia” è manifestata nel look sotto forma di linea filante con gruppi ottici dalla forma allungata che integrano luci diurne e di posizione a LED.
INTERNI – La luminosità è il fattore distintivo dello stesso abitacolo dato il tetto panoramico, esteso lungo tutta la superficie, apparentemente “sospeso” come vuole il montante posteriore nero lucido. L’evidente linea di cintura contraddistingue il profilo laterale, tassello di un puzzle trendy e solido strutturalmente. Facili da raggiungere e piacevoli al tatto gli intuitivi comandi, mentre sotto sono presenti prese illuminate per i dispositivi elettronici, oltre a quelle da 12 Volt degli accendisigari. Abbassati considerevolmente i sedili, le ampie regolazioni manuali sono preposte ad assicurare relax e l’assenza del bracciolo centrale apporta dei benefici durante le sessioni di guida più impegnative. Sebbene i passeggeri siano discretamente “coccolati”, il divano resta abbastanza duro. Sedute fisse, gli schienali si reclinano senza problemi fino al livello orizzontale.
STRUMENTAZIONE – I sensori pioggia e crepuscolare permettono un’eccezionale visibilità, in grado di attivare automaticamente sia i tergicristalli che le luci, pure dedicate all’illuminazione statica degli angoli. Il Lane Departure Warning System mette in guardia il conducente laddove superi la linea di carreggiata. Assenti invece l’allarme anticollisione frontale e lo Start&Stop.
PRESTAZIONI – Il vano carico, malgrado la soglia un po’ alta, consente di ottenere fino a 1.042 litri. Testato il quattro cilindri 1.2 da 84 CV, le performance è da tipica utilitaria. Percepita qualche irregolarità nell’erogazione, la coppia, 121 Newtonmetri a 4.000 giri, obbliga a tenere una discreta accelerazione per muoversi agilmente. Il cambio, facilmente manovrabile, e la leggera frizione riscuotono apprezzamenti.