Il crollo del prezzo del prezzo del petrolio avvenuto a inizio 2016 ha conseguenze rilevanti anche sul costo benzina negli USA. Non sembra andare meglio però nemmeno in Italia dove, come spesso capita con l’avvicinarsi della stagione estiva, si registra un incremento del carburante.
IL PETROLIO E IL PREZZO DELLA BENZINA – I primi cambiamenti rilevanti hanno iniziato a mettersi in evidenza all’inizio dell’anno in corso. A gennaio, infatti, il prezzo del carburante è sceso addirittura a 76 centesimi di dollaro al gallone, numeri che in Italia al momento ci possiamo solo sognare vista l’alta tassazione sui carburanti che pone il Belpaese tra gli Stati europei al top per il caro- benzina.
COSA ACCADE IN ITALIA – La stagione più calda sta ormai per arrivare e inevitabilmente si registrerà il consueto traffico in vista delle vacanze. Dopo sette mesi il petrolio Il petrolio è tornato sopra i 50 dollari al barile e questo, come ha sottolineato “Il Giornale”, ha spinto le major a ritoccare i listini e a mettere in atto una raffica di rialzi in Italia. Questa modifica arriva in seguito al calo delle scorte registrato negli USA, oltre alle difficoltà nella produzione registrate in Paesi come Canada, Venezuela e Nigeria. Una volta rimossa la carenza produttiva indotta da fattori considerati temporanei, l’eccesso di offerta però portare a una nuova compressione dei prezzi.
DIFFERENZE RILEVANTI RISPETTO A DUE ANNI FA – La situazione attuale fa sorgere i primi confronti con quanto era accaduto solo due anni fa. In quel periodo, infatti, erano necessari circa 4 dollari per fare un gallone di benzina (equivalente ai nostri 3,8 litri di carburante). Il calo del prezzo del petrolio avvenuto in maniera pressoché progressiva ha quinto avuto effetti positivi per i residenti del Paese a stelle e strisce e quindi anche per i consumatori americani. Già a inizio 2016, infatti, i prezzi dei distributori di benzina negli Stati Uniti hanno iniziato a registrare un calo di quasi l’8%. Questa situazione ha così messo in allarme le associazioni dei consumatori italiane, sempre pronte a muoversi in prima linea per tutelare gli interessi della popolazione, che ritengono ingiusto l’ennesimo salasso a cui dovremo essere sottoposti. L’intenzione è di spingere il governo a tagliare le accise sui carburanti in modo da poter ridurre le spese necessarie per il rifornimento auto, ma quasi certamente si tratterà dell’ennesimo appello destinato a cadere nel vuoto.