Il secondo è il primo dei perdenti. Così professava Enzo Ferrari e così pensarono i progettisti della Volkswagen Golf IV. Fu il punto di svolta per innovazione.
Non sentiva il peso dei suoi anni
Inaugurata negli ultimi mesi del 1997, solo l’anno dopo sbarcò nelle concessionarie. Ed ebbe un impatto straordinario, convincente sia nel look che nelle caratteristiche tecniche. Accuratissimo l’assemblaggio: mai si erano viste prima tolleranze così basse tra i lamierati. Doppio il beneficio: una maggiore percezione di qualità più elevata e un coefficiente di penetrazione aerodinamica superiore. Che si tradusse in migliore acustica e in un consierevole abbattimento dei consumi. Tassello ulteriore la zincatura totale, che permise a VW di offrire la bellezza di 12 anni di garanzia contro la ruggine e la corrosione.
La “guastafeste” GTI
A evolversi, in parallelo alla carrozzeria, pure i motori. Fiore all’occhello costituito fra i benzina dall’1.8 con 5 valvole per cilindro, già montato sull’Audi A3. Non sfigurano i diesel: il TDI arrivò a quota 150 CV. Traguardo tagliato grazie al debutto dell’iniettore pompa. La pressione di iniezione superò i 2.000 bar e la polverizzazione del gasolio raggiunge livelli mai toccati prima. In quell’epoca era all’avanguardia anche il cambio DSG, rapido ed efficiente. A farne ricorso la R32 del 2004, aggressiva sia nell’estetica sia nelle prestazioni. Con ben 241 cavalli 6250 giri e 320 Nm a 2800 giri di coppia era la versione più potente. Sotto il cofano un motore 3.2 V6 a trazione integrale con sistema Haldex a gestione elettronica. Nella dotazione full optional: sedili König con poggiatesta integrato, inserti in alluminio, cerchi in lega da 18″, impianto frenante maggiorato e assetto specifico. E’ il canto del cigno. Unico neo la Golf GTI a gasolio: un affronto in piena regola per gli amanti della tradizione. E nemmeno l’alternativa a benzina suscitò entusiasmo, ritenuta troppo tradizionale nel look e nel carattere. Sbavature che le impedirono di essere la Golf più venduta in assoluto.