Jeep Cherokee: il nome diceva abbastanza su quelle che sarebbero state le sue doti sin dall’introduzione, avvenuta oltre quarant’anni fa. Correva, infatti, il 1974 quando sbarcò nelle concessionarie. E da lì fu un successo imperterrito.
Jeep Cherokee: montante C assente
Per coloro che lo ignorassero, Cherokee è l’appellativo conferito a una popolazione di nativi americani. I qualino doveva andare a procacciarsi il cibo, con intraprendenza, spirito di adattamento e, perché no, coraggio. Eppure, la prima generazione (che aveva SJ come nome in codice) è una coupé della Wagomer con 2 porte (anziché 4) e una carrozzeria più compatta. A connotarla era però soprattutto l’assenza del montante C, che si traduceva in un lungo vetro laterale. Sebbene in quanto a praticità creava leggero disagio, il colpo d’occhio era notevole. Il frontale è ancora sprovvisto delle canoniche 7 feritoie verticali, mentre tetto e montante presentano una colorazione diversa rispetto alla carrozzeria restante.
L’avvento della seconda generazione
In cima alla gamma motori un V8 di 6,6 litri da 218 Cv, che spinge la Jeep Cherokee fino a 161 km/h e lo rende dunque il fuoristrada più veloce all’epoca. L’unità è disponibile pure con cilindrata di 5.9 litri e potenza di 177 Cv e 198 Cv. Inoltre, c’è il 6 cilindri in linea da 112 Cv e una rarità: il turbodiesel di provenienza Peugeot. In abbinamento, un cambio manuale a 4 rapporti di serie oppure automatico, come optional. La Jeep Cherokee prima maniera viene venduta fino al 1983. Lì tocco alla nuova Cherokee (codice XJ) invadere il mercato, eccetto quello europeo, che la dovette attendere altri due anni. Grazie probabilmente anche ai progressi di Renault, che allora deteneva quote in AMC (il gruppo che comprendeva Jeep), diminuirono sensibilmente peso (-500 kg), dimensioni (-53,3 cm di lunghezza e -15,2 cm di larghezza) e consumi. A guadagnarne il comfort e le performance.