Ricordate quando ci leggevano le fiabe della buonanotte? Quasi sempre il protagonista era un principe azzurro che, intrepido, doveva sfidare il destino per ricongiungersi alla sua amata. Un principe che quasi sempre montava sul suo destriero. Ecco, per attribuirle un taglio più moderno al posto del cavallo potremmo infilarci la Ferrari 288 GTO: andrebbe bene comunque. Su esplicita richiesta del Drake,nacque per competere nel Gruppo B della FIA. GTO mica per niente: stava per Gran Turismo Omologato e prima di essere utilizzata sulla 288 venne applicato solamente sulla 250, cioè una delle auto più esclusive che il Cavallino Rampante abbia mai progettato.
Ferrari 288 GTO: doppio turbocompressore per 400 Cv e 496 Nm
È curioso, quindi, che la Ferrari 288 GTO si basò sulla “popolare” 308 GTB, entrata nelle case delle famiglie grazie alla serie tv Magnum P.I. La carrozzeria ospitava pneumatici più larghi, ma è nella meccanica che risultò estrema. A partire dal V8, sceso a 2,8 litri (contro i precedenti 3), sovralimentato mediante due turbocompressori IH1, ciascuno raffreddatore da un intercooler dedicato. In totale, una potenza di 400 cavalli e 496 Nm di forza motrice massima a 7.000 giri.
Un nome che diceva già tutto quanto
Dal motore (che riprenderà anche la F40) derivò proprio il nome: 28 per la cilindrata, 8 per il numero di cilindri. Per accogliere le turbine e gli intercooler l’unità passò da trasversale a longitudinale. La potenza arrivava alle ruote posteriori tramite una trasmissione manuale a 5 rapporti e permetteva di coprire i 400 metri con partenza da fermo in 12,7 secondi, mentre il tachimetro si fermava a 305 km/h. Uscì in edizione limitata, a 272 esemplari, finiti sold-out ancor prima del via alle consegne. Data la scarsa adesione, non parteciperà invece mai al Gruppo B. Troppi piloti rally ci lasciarono la vita.