Bertone Birusa: coupé italiana tratta dalla BMW Z8

I meccanici piemontesi hanno reinventato una roadster sensazionale.

bertone birusa

Ci sono produzioni per cui il tempo sembra essersi fermato. Belle oggi, come lo erano allora. Vale nel caso della Bertona Birusa, prototipo realizzato quattordici anni fa e ancora attuale. Uno stile “evergreen”, davvero piacevole da osservare. Eterna giovinezza spiegabile forse per una spettacolare BMW Z8, nascosta sotto le fondamenta. Che con la sua fisionomia classica, prestanza – 400 Cv sviluppati dal motore anteriore V8 – e trazione posteriore è stata un’icona dei primi anni Duemila.

Bertone Birusa: sopra le righe

La roadster tedesca, lanciata nel 2000 e ritirata tre anni dopo, lascia un grande vuoto nel cuore dei fan. Un peccato sprecare tutto quel ben di dio. Se ne prende così cura Bertone. Ancora abile a stupire, tirando fuori dal cilindro una coupé con grande tetto panoramico. Linee, grintose ed eleganti, adatte agli appuntamenti più galanti. Le portiere ad ala di gabbiano sono pura delizia. Per l’apertura non servono chiavi ma un comando vocale, realizzato dalla Loquendo. Riguardo alla struttura si usa la fibra di carbonio. Elemento clou il tetto in vetro in due parti, ritraibili sotto la parte posteriore. Entrambe realizzate mediante un processo che riduce del 10% il peso dei finestrini e blocca il 95% dei raggi ultravioletti.

Bertone Birusa: carico/scarico facile e veloce

Le fiancate della Bertone Birusa scendono in maniera molto repentina. A porle in evidenza una modanatura inclinata in alluminio che funge da piccola feritoia per lo sfogo dell’aria del motore e da maniglia di apertura. Tipica è pure la coda tronca, dove alloggiano fari a LED, in una striscia continua. Parecchio sofisticato l’abitacolo, provvisto di una telecamera notturna frontale e un impianto audio Bose, poco ingombrante, ma di alta qualità. Finiture? In Alcantara. Che adorna il Segway estraibile dal vano bagagli posteriore, in anticipo sui tempi. Nel baule un’apposita rampa per lo stivaggio.

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