Kia Sportage 2016 prova su strada: commenti, impressioni, debolezze, recensione completa

Protagonista di un corposo restyling, il rendimento in pista è fenomenale

Gestire un’ingombrante eredità potrebbe destare pesanti preoccupazioni, ma ciò non vale per gli sviluppatori di Kia Sportage, decisi a confermare i riconoscimenti conquistati nelle prime tre generazioni. Determinati a scoprire se le strategie si sono rivelate azzeccate noi di AutoToday siamo riusciti a provarla.

ESTERNI – Appartenente al segmento degli Sport Utility Vehicle, il frontale propone un’imponente presa d’aria inferiore, la tipica mascherina a naso di tigre e i fari allungati all’indietro. Voluminosità dettata pure da sbalzo anteriore e passo allungato.

INTERNI – Come in altre produzioni della casa coreana sono le caratteristiche a bordo che strappano consensi. Evidente qui il lavoro di rinnovamento attuato sugli arredi, progettati secondo uno stile alternativo. Improntata a lasciare l’impressione di maggiore spaziosità la plancia, sviluppata secondo linee orizzontali, realizzata lungo tutta la parte alta in morbido schiumato. Qualità percepita attraverso i numerosi comfort messi a disposizione. Inseriti nuovi sedili, l’insonorizzazione dell’abitacolo attutisce particolarmente l’intensità del rumore. Accresciuto lo spazio destinato a gambe e testa, in entrambe le fila aumenta l’abitabilità complessiva. Schienale reclinabile, bocchette dell’aria condizionata e porte USB dedicate confermano l’attenzione nei riguardi di coloro che siedono dietro.

PRESTAZIONI – Il bagagliaio, che dai 503 può offrire 1.492 litri se sacrificati i sedili posteriori, ha un volume decisamente pratico anche attraverso il piano, posizionabile su due livelli, e la soglia, abbassata di 5 cm. Le credenziali per proseguire il successo commerciale vengono confermate passati alla guida. Oltre che semplice da manovrare, è una piacevole sorpresa come sterzo, sufficientemente corposo, ed erogazione, assai fluida. Nettamente migliorata la visibilità, punto critico del modello passato, la 2.0 turbodiesel con cambio automatico che abbiamo avuto il piacere di guidare ha la soluzione pronta ad ogni evenienza, malgrado qualche fruscio aerodinamico di troppo venga percepito in autostrada.

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