La fusione tra Fiat Chrysler Group e PSA è senza dubbio la grande novità del 2019 nel settore automotive. Fiat Chrysler (produttore tra gli altri di Fiat, Alfa Romeo, Jeep, Abarth) e il gruppo PSA (produttore di Peugeot, Citroën, DS e Opel) hanno raggiunto un accordo per far nascere la quarta più grande casa automobilistica del mondo, con vendite unitarie di 8,7 milioni di veicoli all’anno.
Uno dei motivi alla base di questa operazine è stato il risparmio di circa 3.700 milioni di euro di costi all’anno senza chiudere alcun impianto. Tuttavia c’è chi sta sollevando alcuni dubbi strutturali: l’unione di PSA e Fiat Chrysler porterò alla scomparsa di qualche marchio?
Rapporti di forza Fca-Psa
Sotto l’ombrello di Psa ci sono Peugeot, Citroen, DS, Opel e Vauxhall. Fca gestisce invece Fiat, Chrysler, Alfa Romeo, Jeep, Abarth, Lancia, Maserati, Dodge. A gettare acqua sul fuoco ci ha pensato Carlos Tavares, a capo della nuova società, secondo cui tutti i marchi hanno la loro storia e i loro punti di forza. L’entità che deriverebbe da questa fusione avrebbe un numero significativo di brand, ma inferiore al numero del nostro concorrente tedesco ovvero Volkswagen.
Anche quei marchi con basse vendite in Europa, come Lancia (con un solo modello a listino, la Ypsilon) nn dovrebbero temere la sparizione. Anche perché Lancia mantiene in Italia un mercato di nicchia.
Le conseguenze dell’accordo
Sulla base della dichiarazione congiunta di entrambe, la fusione porta alla nascita della quarta casa automobilistica mondiale in termini di vendite annuali di unità (8,7 milioni di veicoli). L’alleanza avrebbe un fatturato combinato di quasi 170 miliardi di euro e profitti operativi di oltre 11 miliardi di euro su una base aggregata semplice dai risultati del 2018, esclusi Magneti Marelli e Faurecia. In linea di principio, la società risultante dalla fusione terrà conto dei margini più elevati nei mercati in cui opererebb che vede FCA in vantaggio in Nord America e America Latina e PSA in Europa.
La fusione unirebbe i punti di forza dei rispettivi marchi di entrambi i gruppi nei segmenti lusso, premium, auto di lusso, suv, furgoni e veicoli commerciali leggeri, rendendoli più forti. La società risultante dalla fusione combinerebbe le ampie competenze di entrambe nelle tecnologie per la mobilità sostenibile, tra cui l’elettrificazione, la guida autonoma e la connettività digitale. Le sinergie annuali previste sono stimate a circa 3,7 miliardi di euro senza chiusura di impianto.
Il consiglio di amministrazione della società madre olandese avrebbe una rappresentanza equilibrata e la maggioranza degli amministratori indipendenti. John Elkann sarà il presidente, Carlos Tavares direttore generale e membro del consiglio di amministrazione.