A vederla ancora si direbbe tutto fuorché la smart abbia compiuto vent’anni esatti nel 2018. Com’è possibile? I motivi sono tanti e individuarne uno preponderante ci vien difficile. Mettendo un attimo da parte il romanticismo, scopriamo che in oltre 40 Paesi ha superato la soglia dei 2 milioni di esemplari venduti. Un numero che non troverà posto nel guinness dei primati, ma comunque straordinario visto che il marchio è nato proprio in concomitanza col modello, concepito espressamente per muoversi liberamente nel traffico urbano.
smart: lo stile è Swatch
Sulla definizione delle forme cooperano Mercedes, fino a quel punto impegnata prevalentemente sulle eleganti berline, e Swatch. Proprio tra la compagnia di orologi e smart c’è un’affinità pazzesca. Il ‘papà’ della prima, Nicolas Hayek, punta sugli stessi valori decisivi nella scalata al successo. Nella fattispecie, un design colorato, che sprizza gioia allo stato puro, e l’accessibile prezzo. In cuor suo, vorrebbe avere l’alimentazione elettrica, ma i tempi sono acerbi. Una speranza che non abbandonò mai: dal 2020 la smart produrrà solo macchine 100% a batteria.
Volkswagen non ne intuisce il potenziale
Quello che Mercedes chiede è realizzare una citycar sicura. Pertanto, basa la progettazione sulla cellula abitativa Tridion, che, a dispetto delle dimensioni compatte, offre il top della protezione. Dopo viene tutto il resto, inclusi i body panel, pannelli della carrozzeria in materiale plastica disponibili nelle più svariate tinte e combinazioni. All’interno bocche arrotondate e rivestimenti variopinti donano allegria. E pensare che in precedenza Hayek e i suoi uomini sottopongono il progetto al gruppo Volkswagen. Che, per volere del capo Ferdinand Piech, risponde picche: predilige la Lupo. Con Stoccarda si presentano problemi in prossimità dell’uscita, infatti rinviata. A causa dal maggior impegno economico richiesto, Swatch esce dalla joint venture SOFIREM, che, in seguito, Daimler rileva interamente. La presentazione in versione definitiva avviene al Salone di Francoforte 1997. Le vendite partono il 2 luglio ad un prezzo di circa 18 milioni di lire. Filtra scetticismo, ma la storia dirà ben altro.