Linee slanciate hanno, sin dalla “preistoria”, contraddistinto le produzioni Jaguar. Bisogna però offrire – si sa – ciò che il mercato desidera. E, in controtendenza alle abituali strategie di casa, si pone E-Pace, il suv del Giaguaro più corto in commercio, lungo 4.39 metri. Qualcuno certamente ricorderà che nel 2003 il brand presentò la Jaguar R-D6, berlina a cinque porte lunga 4.33 mai entrata però in produzione.
Jaguar R-D6: Futuro dinamico
Al Salone di Francoforte 2003 la Jaguar R-D6 venne data in pasto alla stampa, accompagnata dal claim “Futuro dinamico”. Segnò il debutto della Jaguar nel cosiddetto segmento C e che tutt’ora, al contrario di altri marchi premium come Mercedes, Audi e BMW, preferisce non presidiare. Nel prototipo si distinguevano stilemi Jaguar, come il muso lungo, la mascherina, il doppio proiettore circolare e le linee morbide. Sviluppato da Ian Callum, col suo look moderno ispirò la grande berlina XF del 2008, che ha regalato al marchio britannico una seconda giovinezza dopo un periodo abbastanza tormentato. Come già richiamato sopra, c’era spazio anche per elementi dal gusto retrò: gli sportelli lateralmente si aprivano ad armadio, mentre il portellone posteriore era incernierato lateralmente proprio come sulla celebre E-Type.
Jaguar R-D6: eleganza di stampo britannico
Diktat per l’intero abitacolo un layout minimalista, caratterizzato da materiali come legno e alluminio, un ideologico ponte tra passato e futuro. Simboleggiarono eleganza britannica i rivestimenti in pelle pregiata e un’illuminazione rossa a LED. Per quanto riguarda le performance, sotto il cofano era nascosto un V6 biturbo a gasolio che poi avrebbe debuttato l’anno dopo sulla S-Type. Coi suoi 230 Cv, permetteva alla hatchback uno scatto 0-100 km/h in nemmeno 6 secondi e di raggiungere la velocità massima di 250 km/h. Fioccarono le richieste della R-D6 da parte di potenziali clienti, ma Callum mise subito in chiaro che la concept era destinata a rimanere tale.