L’arbre magique compie 50 anni in Italia. Il mitico alberello profumato ha segnato la storia tra un prima e un dopo nell’immaginario collettivo dell’automobile stessa, non solo per le mille diverse profumazioni disponibili ma proprio come protagonista assoluto della scena dell’automobile moderna. Insieme alle musicassette è stato un vero e proprio “personaggio chiave” degli anni ottanta e novanta.
Dalle conifere canadesi al “little tree”
Nato nel 1952 dal genio dell’imprenditore degli Stati Uniti Julius Samann, che dopo aver dedicato praticamente una vita allo studio degli aromi nelle foreste delle conifere canadesi, decide di dare vita all’azienda statunitense con sede a Watertown. Inizialmente il progetto “Little trees” doveva avere la forma a pin-up per renderlo accattivante ma in seguito si scelse la forma di un pino che più ricordava ed era assimilabile al concetto di profumo e di freschezza. Mai scommessa fu così indovinata e in breve periodo il profilo del pino divenne un’icona a livello globale.
L’arrivo in Italia
In Italia giunge due anni più tardi grazie a Giancarlo Tavola che intuisce le prospettive di mercato dell’arbre magique e fonda la Tavola S.p.A., ancora oggi distributrice esclusiva dell’alberello nonché produttrice (dal 1975). Tavola ha una storia particolare: deve tutta la sua fortuna ad un tassista newyorchese. L’imprenditore italiano si trovava infatti negli Stati Uniti e rimase colpito da questo oggetto di design e al contempo di profumazione dell’auto che si stava diffondendo nel Paese. Tornò in Italia con qualche esemplare e dovette superare numerosi dubbiosi che lo mettevano in guardia da un possibile flop. Tavola, per sua fortuna, decise di non ascoltarli.
La 50 years anniversary edition
Per festeggiare il traguardo del cinquantesimo compleanno sarà lanciato sul mercato un’edizione speciale dell’arbre magique, la “50 years anniversary edition”. Niente di eccezionale, semplicemente il classico alberello verde, profumato al pino con la targhetta 50 years. Dopo 50 anni e milioni di alberelli tutti diversi, era giusto puntare sulla tradizione.