Ammortizzatori auto: cosa sono, le ultime migliorie

Buche e asperità "tormentano"

Ammortizzatori auto

Per resistere alle asperità stradali sono necessari ammortizzatori auto solidi e resistenti. Si spiega così l’impegno profuso dai costruttori. Che, nei decenni, hanno apportato costantemente significative migliorie.

Ammortizzatori auto: telescopici

L’introduzione risale agli anni ’30. Abbandonato l’assale rigido, compaiono le prime sospensioni a ruote indipendenti. Di tipo idraulico, o meglio dire oleodinamico, sfruttano la resistenza di attrito affinchè le molle ritornino in posizione di riposo in tempi brevi. In loro assenza ad ogni asperità o avvallamento stradale i veicoli diverrebbero ingovernabili. Diffusi prevalentemente i telescopici. Per ottenere un buon compromesso tra comfort e stabilità, è necessario che l’effetto smorzante (freno idraulico) in estensione sia molto più energico rispetto a quello in fase di compressione.

Idraulici

L’effetto smorzante in quelli di tipo idraulico è ottenuto dalla resistenza offerta dalla naturale viscosità dell’olio. Premuto da un pistone scorrevole entro un tubo sigillato viene fatto trafilare mediante piccoli fori calibrati. Il forzato passaggio dell’olio trasforma l’energia cinetica dovuta al movimento del pistone in calore assorbito dall’olio stesso e trasmesso al corpo dell’ammortizzatore. La variazione del freno idraulico fornisce differenti valori di smorzamento in compressione ed estensione.

A doppio tubo

Diverse sospensioni delle vetture moderne sono di tipo telescopico a doppio tubo, dotati anche di una intercapedine anulare attorno al tubo interno ove viene trasferito l’olio spostato dallo stelo in fase di compressione. Le macchine ad alte prestazioni sono spesso provviste di sospensioni attive a gestione elettronica. I sistemi possono essere a funzionamento totalmente automatico oppure con diverse modalità (standard, confort, sport) selezionabili tramite apposito comando, dal guidatore in base alle varie condizioni di impiego del veicolo.

Garanzia

Frequentemente l’efficienza media nel tempo di un ammortizzatore supera i 100 mila km prima dei sintomi di usura, purchè il veicolo sia correttamente utilizzato. La principale causa di inefficienza è da ricercarsi nel consumo degli elementi di tenuta del pistone e successivamente del paraolio sullo stelo con relative perdite di olio. Alcune polemiche sorgono per quanto concerne la garanzia, che diverse case produttrici non fanno perchè tali componenti sono soggetti a normale usura.

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