Se fossimo negli Stati Uniti la decisione del Giudice di Pace di Alessandria avrebbe già fatto “giurisprudenza” e costituirebbe un precedente assai interessante per chi è alle prese con la contestazione di una multa.
Ma siamo in Italia, ed il nostro sistema legislativo non prevede che una sentenza possa essere presa come “modello” per una sentenza successiva che si deve rifare esclusivamente alle leggi promulgate e non ai modi con cui vengono interpretate ed applicate. In altre parole, in Italia la separazione fra il potere legislativo e quello giudiziario, sancita dalla Costituzione, è netta e completa, fondante della liberta della nostra repubblica. Ed è quindi, un valore. Ma, a volte, può essere un “peccato”.
Già, perché la decisione del suddetto Giudice di Pace di annullare la validità di una multa notificata “a posteriori” e rilevata da uno dei famigerati tutor che segnano le nostra autostrade – nella fattispecie la A26 che collega Genova a Gravellona Toce – poteva essere una bomba capace di mettere in crisi l’intera “macchina sanzionatoria” delle autostrade italiane.
No foto no multa
In breve, il giudice ha accolto il ricorso di una azienda che si era vista recapitare una multa per eccesso di velocità accertata dal tutor senza che al verbale fosse allegata una fotografia che comprovasse l’effettivo passaggio della vettura sotto il rilevatore.
In pratica, il giudice ha considerato la fotografia come prova fondamentale per la certezza dell’infrazione in assenza della quale resta un ragionevole dubbio. Come accennato, non è detto che una analoga situazione sia giudicata altrove nello stesso modo, ma resta il fatto che la cosa “apre” una discussione interessante.
Come infatti spiegato dalla stessa Polizia Stradale, che ha la giurisdizione sulla intera rete autostradale italiana, è la stesso Garante della Privacy ad impedire che vengano allegate – o maneggiate da personale non direttamente coinvolto nel rilevamento dell’infrazione – fotografie frontali del veicolo, cosa che rende complicato l’accompagnare le foto al verbale.
Fatte due importanti premesse, ovvero che 1) i tutor e gli autovelox non sono soltanto “nemici” mangiasoldi ma svolgono un importantissimo e comprovato ruolo nella riduzione della velocità e nella prevenzione degli incidenti 2) che le fotografie anche se non allegate restano “agli atti” e visionabili da tutti gli interessati, ciò non toglie che la sentenza apre una piccola “crepa” nei meccanismi sanzionatori: cosa succederà adesso sarà solo il tempo a dirlo.