Fari Retronebbia: cosa dice la normativa sul dispositivo

Facciamo chiarezza sull'accensione del retrobebbia vedendo cosa dice il codice della strada

I fari retronebbia sono un dispositivo molto utile, ma spesso abusato dagli automobilisti. Questo potrebbe dipendere dalla poca conoscenza fornita in ambiente di scuola guida o per altri fattori. In effetti non appena si vede un minimo di foschia scatta nel guidatore la molla di accenderli. Ma non dovrebbe essere così. Ecco allora che andiamo a spiegare quando si deve ricorrere all’accensione secondo il regolamento del codice stradale. L’utilizzo deve essere il più consapevole possibile, per garantire una migliore sicurezza stradale.

COSA SONO?

I fari retronebbia sono dei dispositivi di illuminazione che si caratterizzano per la loro spiccata ed elevata potenza nel far notare il proprio veicolo. Vanno accesi solamente nel caso in cui dietro a noi non ci sia nessuno. Non appena ci si accorge che il veicolo dietro a noi ci ha visti, si è obbligati a spegnerlo. Nel proprio quadro strumenti c’è la spia specifica. E’ quindi molto semplice azionarla e disattivarla. Se qualcuno dietro a noi ci fa i fari o ci tiene gli abbaglianti accesi è per farci capire che è il caso di spegnerlo.

QUANDO ACCENDERE I FARI RETRONEBBIA

Il retronebbia va acceso, secondo quanto dice il codice della strada, solamente in tre diversi casi: visibilità inferiore a 50 metri; pioggia intensa; fitta nevicata in atto. In caso di utilizzo inappropriato si è passibili di multa. Il codice stradale prevede un’ammenda che va da 84 a 335 Euro per chi adopera in malo modo questo segnale di illuminazione. Non è un obbligo accenderlo, neppure in autostrada visto e considerato che moltissimi automobilisti lo adoperano anche in questo caso. Ma questo dispositivo potrebbe andare ad incidere negativamente sulla sicurezza stradale visto che la sua potente illuminazione può provocare lesioni al bulbo oculare. L’intensità del retronebbia, infatti, spesso crea un alone totalmente impenetrabile alla vista.

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