Il mito di una “muscle car”: la Ford Mustang 1967. Diamo lustro a un anno in cui ci sono state importanti modifiche, tra le vetture della prima generazione, di questa icona dell’automobilismo made in USA.
I RITOCCHI – Il modello Ford Mustang 1967 fu il primo a subire delle riprogettazioni importanti e che vide l’ingresso nella gamma del motore Big block V8. Il modello che funse da base per l’introduzione di questo motore fu quello dotato del 4.7 L. Su questa vettura venne montato il motore a V da 6,4 L (391in3) che forniva 320 hp (239 kW), già montato sulla Ford Thunderbird. Le modifiche inclusero anche lamiere più sottili per il pianale, una griglia più aggressiva, un pannello della coda concavo, e una “full fastback roofline” per la versione fastback. Di grandissimo interesse per gli appassionati fu una nuova Shelby-tuned Mustang, piena di lussuosi optionals.
CONFRONTI – Altre migliorie strutturali, che rendevano l’auto più piacevole, comprendevano varie opzioni non previste in precedenza: il piantone dello sterzo regolabile in nove posizioni in altezza e orientabile verso il centro della vettura per favorire l’ingresso nell’abitacolo, il cruise-control, il lunotto in vetro anche nel tetto in tela della convertibile e un impianto di aria condizionata integrato nel cruscotto, a differenza dell’impianto aggiunto sopra la consolle centrale del modello che si andava a sostituire. Dal punto di vista delle prestazioni, però, non erano tutte rose e fiori: anche con il 390 c.i. per la Mustang non c’era modo di spuntarla con la Chevrolet Camaro SS 396 o la Pontiac Firebird 400.
FEDELTÀ ALLA LINEA – La Ford Mustang 1967 rimaneva comunque fedele alla tradizione: una sportiva economica all’acquisto e nell’utilizzo quotidiano, con il il reparto Promotion della Ford particolarmente orgoglioso di poter citare fra le caratteristiche del modello 13 diverse combinazioni motore-cambio che potevano essere ordinate: 6 cilindri, V8 small-block o V8 big-block, tre marce o quattro marce manuali, un cambio automatico.