Entrare in un mercato estero significa comprendere appieno le esigenze della clientela e per Hyundai Tucson – erede della ix35 – il designer italiano Nicola Danza ha tentato di avvicinare il SUV ai gusti europei. Provata in pista vi forniamo l’analisi completa.
ESTERNI – L’immagine affidatale risulta una via di mezzo tra fuoristrada privi di fronzoli e veicoli sportivi. Il frontale, dalla calandra esagonale, strizza l’occhio ai cultori dell’estetica con il tetto arcuato, lo spoiler senza sommità, i passaruota pronunciati e il montante posteriore in posizione piuttosto arretrata che potenzia la dinamicità. Ridotti al minimo i finestrini, la visibilità all’indietro ne viene penalizzata.
INTERNI – Linee ricercate fuori, stile disincantato dentro. Il grande tetto apribile all’esterno e i sediolini accoglienti, regolabili elettricamente, conferiscono il senso di ariosità e le dotazioni della plancia sono facili da raggiungere, integrati in assemblaggi precisi, malgrado alcuni punti presentino plastiche non di qualità superba.
STRUMENTAZIONE – La tecnologia ha ambizioni altisonanti, corredata di assistenza al parcheggio, blocco differenziale, limitatore di velocità durante le discese ripide e il selettore “sport” del cambio automatico. Il navigatore satellitare impreziosisce il centro dell’abitacolo, provvisto di schermo da 8 pollici e servizio Tom Tom Live, dichiarato dalla casa come tre volte più veloce rispetto ai precedenti. Inclusa inoltre la radio Dab+, munita di lettore cd a 6 altoparlanti, connessioni Usb e Aux.
PRESTAZIONI – Il vano di carico con portellone ad apertura elettrica ha il pianale posizionabile su due altezze differenti e ha una capacità pari a 488 litri, aumentabili a 1.478. Provata la CRDi, gli elementi di spicco sono l’ottima stabilità, i contenuti rollii in curva e la maneggevolezza. Le due differenti modalità offerte dal Drive Mode Select permettono la regolazione di sterzo, motore in base alle differenti condizioni di guida.