La Fiat Panda subisce uno stop alla produzione. I lavoratori dello stabilimento di Pomigliano d’Arco hanno ricevuto la lettera che ufficializza il fermo alle macchine dal prossimo 16 ottobre. Il periodo di riposo forzato dovrebbe concludersi il 27 ottobre e gli operari dello stabilimento Fiat avranno diritto a 8 giorni di cassa integrazione ordinaria. Non è la prima volta che accade con Fiat Chrlysler Automobilies. All’inizio di settembre è stato annunciato un blocco alla produzione del nuovo modello Fiat 500 L, la sorella maggiore della compatta di casa Fiat, che a causa dei bassi livelli di vendita in Europa, ha provocato un fermo alla produzione nell’impianto serbo di Kragujevac (vicino Belgrado) per cercare di smaltire il parco auto accumulato negli ultimi mesi.
La situazione di stallo in casa Fca
Dall’inizio dell’anno, quando è stata annunciata la fusione di Fiat con Chrysler, è iniziato un periodo di assestamento all’interno della società guidata dall’amministratore delegato Sergio Marchionne e dal presidente John Elkann, che dovrà portare verso acque sicure (e utili raddoppiati) il giovane gruppo automobilistico. Le vendite di Fiat globalmente sono in calo, specialmente in Europa, e la necessità di avere un rinnovo nel comparto modelli sembra sempre più attuale. Fino a ottobre, quando la fusione in Fca tra Fiat e Chrlysler sarà completa si annuncerà lo sbarco a Wall Street, la situazione rimarrà pressochè questa.
Il caso di Pomigliano d’Arco
L’impianto di Pomigliano stava producendo più auto di quelle che poi venivano effettivamente messe in vendita in tutti i mercati europei da parte di Fca. Lo stop dunque vuole smaltire le auto nuove che affollano il piazzale dello stabilimento. Il sindacato Fim-Cisl ha ricordato che 1950 lavoratori sui circa 4500 di Pomigliano hanno accettato il contratto di solidarietà per evitare una tranche di licenziamenti e ha esortato il governo a imboccare una strada che possa far ripartire al più presto il mercato dell’auto in Italia.