Amarcord: Drive in, un secolo di cinema e auto

Il primo drive in aprì il 6 giugno 1933 e in breve tempo si diffuse in tutto il mondo

Un'immagine di un Drive In
Un'immagine di un Drive In

L’ascesa e il crollo dei drive in hanno coinciso con l’inizio e la fine di un’era storica per il cinema statunitense e per il cinema italiano. Il primo drive in della storia aprì il 6 giugno 1933 a Pennsauken, vicino a Philadelphia, negli Stati Uniti, quando un carrozziere, Richard Hollingshead, decise di dar vita ad un cinema all’aperto.

La signora Hollingshead

Secondo la leggenda, l’idea venne a Hollingshead grazie a sua madre. La donna era obesa e riusciva a stare a fatica nei seggiolini dei cinema di Philadelphia ma era un’appassionata e non voleva rinunciare al cinema. Il figlio decise allora di sistemare la mamma in macchina e la portò in campagna, dove appese un lenzuolo tra due rami, tirò fuori il proiettore e decise di godersi il film in pace, comodamente seduti in auto. L’idea piacque e decisero di aprire un business familiare un po’ per coltivare la passione di mamma Hollingshead, un po’ per vedere se il drive in potesse davvero avere successo tra la gente.

“Wives beware”

Il 6 giugno 1933 venne proiettata “Wives beware”, una commedia britannica con Adolph Menjou. Per risolvere il problema dell’audio, Hollingshead installò alcuni altoparlanti direzionali. Fecero il tutto esaurito. In poco tempo il drive in si evolse: si perfezionò l’audio, montando degli altoparlanti appositi per ogni auto, mentre si abbandonò l’ipotesi di montare delle rampe per permettere una migliore visione alle vetture più lontane dallo schermo.

Il declino dei drive in

Nel giro di 20 anni la formula drive in si diffuse in tutto il mondo, con oltre 4mila cinema all’aperto solo negli Stati Uniti. Con il passare del tempo però, la tecnica cinematografica è via via migliorata e se all’inizio non c’erano grosse differenze tra un cinema tradizionale e un drive in in termini di qualità audio-video, già negli anni settanta con l’esplosione dei film a colori, la mancanza di qualità si fece sentire sempre di più. Questa mancanza di qualità, unita alla scarsa propensione ad acquistare proiettori più evoluti, ha portato alla progressiva scomparsa del cinema drive in.

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