Piacciono o non piacciono, i Suv premium sono le galline dalle uova d’oro, oggigiorno. Festeggia, nel 2017, i suoi primi vent’anni, la Mercedes ML, una Stella del firmamento mondiale.
Fenomeno di costume
Il telaio a longheroni e traverse attribuisce alla ML un’identità offroad, abbinata ai due differenziali sugli assi e a quello centrale. Sospensioni a ruote indipendenti multibraccio garantiscono la migliore risposta in strada. Tuttavia, qualche difetto permane: rimbalza parecchio sulle buche, e lo sterzo, a circolazione di sfere, è poco preciso in curva. Mercedes ha comunque in mente grandi piani per lei, e la mette a disposizione per “Il mondo perduto – Jurassic Park”, di Steven Spielberg. E il ritorno d’immagine è sorprendente: 50.000 ordini nel primo anno, nonostante sia, inizialmente, commercializzata nel Nord America.
Una rinfrescata all’immagine
Al lancio in Europa, la scelta dei motori è limitata ai benzina ML230 (2,3 litri da 150 CV) e ML320 (3,2 litri da 218 CV). Poco dopo arrivano le alternative a gasolio, dal 5 cilindri 2,7 litri al V8 5.4 da 347 CV, della versione 55 AMG. È il 2001 quando il modello si aggiorna. In dotazione gli airbag a tendina, e fra gli optional viene inserita la terza fila di sedili. La gamma dei propulsori diesel accoglie il V8 4.0 biturbo della 400 CDI, capace di sviluppare 250 CV; fra i benzina spunta invece il 5.0 da 292 CV. Interamente rinnovata, la seconda generazione si dimostra assai divertente, e confortevole, da guidare, grazie all’ottimo lavoro svolto per scocca portante e carrozzeria, abbassata. Linee tese prendono il sopravvento. Al frontale compaiono nuove linee orizzontali, i fari con proiettori ad elementi circolari e un’inedita protezione inferiore.
Cambio all’anagrafe
Nel 2008 il restyling di metà carriera, tre anni dopo la terza generazione, sotto un “falso” nome. Mercedes non la chiama più ML, bensì GLE, crossover di lusso che abbandona le sembianze 4×4 della Classe G.