La Mini Countryman è un modello dalle infinite sfaccettature. Il veicolo viene infatti realizzato anche in esemplari da competizione, ma in questa occasione ci soffermeremo sul SUV, direttamente testato.
ESTERNI – Basta osservarla e la casa di provenienza risulta lampante. Tanti gli elementi caratteristici dello storico brand UK, come le linee marcate e gli occhi tondeggianti col classico tondo ora tirato in vari punti. Le portiere hanno il compito di agevolare l’accesso a bordo e richiamare i lontani anni ’50. Una scelta vintage associata al tetto che segue il profilo della portiera posteriore e crea uno scalino così da evitare ai più alti di cozzare con la testa durante l’accesso.
INTERNI – Una volta entrati ci si rilassa subito. Il merito va attribuito ai larghi sedili anteriori, facilmente regolabili e adeguati ai driver oversize. Le poltroncine posteriori accolgono degnamente due adulti e possono essere avanzate o arretrate di 13 cm, rimpiazzabili da un normale divano scorrevole a tre posti, tuttavia scomodo al centro. Originale e pratico il “binario” longitudinale sul quale scorrono il bracciolo anteriore e tre portaoggetti di piccole dimensioni. La plancia richiama le consorelle assieme ai numerosi elementi di foggia circolare. La leva del freno a mano, sagomata a “L”, desta qualche impiccio nell’utilizzo. Identica puntualizzazione vale per i pulsanti collocati presso la consolle e il tunnel.
PRESTAZIONI – La Cooper S testata (190 CV, 240 Nm) ha una buona rapidità, capace di scattare da 0 a 100 in 7.7 secondi – superati scatta il fastidioso rumore di rotolamento dei pneumatici – e raggiungere la velocità massima di 215 chilometri orari. Valida la frenata di emergenza, la modalità sport, in massima sicurezza, fa affrontare le strade con maggior brio.