Il GPL è un particolare combustibile che si ottiene dal processo di raffinazione del petrolio ma anche da una particolare lavorazione dei gas naturali che lo compongono e che principalmente sono il butano ed il propano. GPL è un acronimo che sta per Gas Propano Liquido o, come sarebbe più corretto, Gas di Petrolio Liquefatto ed ha la caratteristica, descritta dal nome stesso, di presentarsi allo stato liquido se sottoposto ad una pressione superiore ai 4 bar, cosa che lo rende di facile gestione, stoccaggio e trasporto. Se a questo aggiungiamo il fatto che ha una resa elevata, una economicità di produzione decisamente superiore al petrolio ed un impatto ecologico in termini di emissioni decisamente basso – totale assenza di PM10 e significative riduzioni rispetto alla benzina nella produzione di anidride carbonica e monossido di carbonio grazie alla combustione “completa” che lo caratterizza – capiamo il motivo per cui la sua diffusione come carburante per i veicoli sia in costante e decisa espansione a partire dal 2010.
GPL: sicurezza e vantaggi
Il GPL dunque presenta indubbi vantaggi ed una economicità sicuramente importante nel suo “esercizio”, dato che il costo del rifornimento risulta, come è noto, assai più basso. Inoltre va precisato che la tecnica ha fatto passi da gigante in questi ultimi anni, riducendo notevolmente il maggiore rischio che derivava, in precedenza, dall’utilizzo di vetture alimentate a gas: in particolare, tutti i componenti di un impianto a GPL si sono evoluti e serbatoi, tubi ed elementi di fissaggio garantiscono oramai standard di sicurezza elevati. Infine va precisato che il GPL è in generale più sicuro rispetto al metano in caso di perdita o incidente: esso è infatti più pesante dell’aria, cosa che lo rende meno volatile e meno pericoloso. Se quindi l’opzione di acquistare una vettura GPL è una opzione assai allettante dal punto di vista del risparmio – al netto del prezzo di acquisto in genere più alto – maggiormente da ponderare è la scelta di montare un impianto GPL sulla propria vettura rivolgendosi ad un installatore: in questo caso, infatti, il vantaggio economico è da ammortizzarsi in tempi più lunghi ed il beneficio effettivo si ottiene con una elevata percorrenza di chilometri.
GPL: tipi di impianti e costi
Detto questo, in commercio esistono fondamentalmente tre tipologie di impianti GPL che si differenziano per la “modernità” della loro tecnologia, con conseguenti influenze proporzionali su sicurezza e prezzi. Gli impianti “aspirati” o “con miscelatore” sono quelli più vecchi, adatti solo ad alcuni tipi di auto e che in genere hanno un effetto “riducente” rispetto alle prestazioni della vettura di circa il 10%. Quelli più diffusi attualmente sono gli impianti ad iniezione gassosa dagli standard di sicurezza e dalle prestazioni decisamente più elevati, mentre l’ultima “frontiera” in fatto di impianti GPL sono quelli ad “iniezione sequenziale liquida”, ancora più performanti dei precedenti. Per quanto riguarda il serbatoio, la scelta possibile dipende dallo spazio disponibile e, quindi dall’ingombro che ciascuno comporta con conseguente diminuzione dello spazio utile di carico della vettura, dato che questi vanno montati nel baule. In ogni caso, nella scelta dell’impianto corretto da montare su ogni specifica vettura è fondamentale consultare un installatore professionista qualificato, in grado di orientare le scelte e le soluzioni e, magari, chiedere al produttore della vettura se essa è adatta ad ospitare un impianto.
Infine, i costi: l’installazione dell’impianto, esclusa la manutenzione successiva – può costare dai 600 ai 1800 euro, una “forchetta” assai ampia e dipendente dalla tipologia di impianto, di serbatoio ed, in parte, anche dalla configurazione della vettura. A questi costi vanno aggiunti quello del collaudo obbligatorio – 80-120 euro – e quello dell’installazione sul cruscotto dell’indicatore del livello del GPL in serbatoio.
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