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Recentemente, su tutte le prime pagine dei mass media internazionali si è raccontato lo scandalo  Volkswagen, colpevole di gravi irregolarità nella gestione del sistema anti-inquinamento. A preoccupare innanzitutto il diossido d’azoto, la cui principale fonte di emissione sono i processi di combustione dei mezzi di trasporto, soprattutto i motori diesel, ed è pertanto doveroso informarsi sulle complicazioni che i gas di scarico possono arrecare alla salute dell’uomo.

I PERICOLI – Disponibile a fornire delucidazioni in materia il luminare Michele Ciccarelli: “L’inquinamento atmosferico è un fattore di rischio importante per l’insorgenza di patologie dell’apparato respiratorio acute e croniche. Per via dell’inalazione di queste sostanze nocive contenute nell’aria tutto l’apparato respiratorio è esposto a rischi, sia le alte che le basse vie aeree sino alle strutture alveolari”.

LE AREE INTERESSATE – “Il particolato ultrafine (contenente particelle di diametro inferiore a 2,5 micron) – continua ilresponsabile Pneumologia di Humanitas – se inalato ad alti tassi, non solo può causare disturbi all’apparato respiratorio ma anche al sistema cardiovascolare. Le strutture alveolari, ove possono giungere le particelle inalate più piccole sono circondate da una fitta rete di capillari: da qui le sostanze possono entrare in circolo nel sangue e, attraverso la circolazione sanguigna, giungere in tutto l’organismo con effetti nocivi.

MALATTIE SCATENATE – Le conseguenze sono ben chiare: “In caso di esposizione ad alte concentrazioni di inquinanti atmosferici possono irritarsi gola, naso e occhi, possono scatenarsi attacchi di tosse e si possono avvertire difficoltà nella respirazione. Le categorie più a rischio sono le persone che già soffrono di disturbi dell’apparato respiratorio ma anche bambini e anziani. Diverse ricerche hanno dimostrato che l’esposizione cronica in particolare agli idrocarburi aromatici liberati dal traffico veicolare ha un effetto cancerogeno a tutti i livelli dell’apparato respiratorio”.

COME INTERVENIRE – Per una risposta efficace, in base a quanto sostengono le Linee Guide Oms (Organizzazione mondiale della sanità), una riduzione del particolato da 70 a 20 mg per metro cubo d’aria dei gas di scarico ridurrebbe il numero di decessi legati all’inquinamento del 15%.

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