Superbollo auto d’epoca: la situazione in attesa della Legge di Stabilità

La nuova Legge di Stabilità potrebbe eliminarlo, ma finora non ci sono certezze in merito

Sono settimane cruciali per il superbollo auto d’epoca, approvato dal Parlamento in aprile con la legge per la “Tutela ambientale, di terra, di acqua, di mare”. Nella situazione di stallo non mancano le critiche, volte ovviamente ad influenzare la decisione che verrà inserita all’interno del pacchetto della nuova Legge di Stabilità.

Superbollo auto d’epoca, come è nato

Si tratta, in poche parole, dell’estensione del superbollo. La logica della nuova legge sul bollo auto è tassare i veicoli a due, quattro e sei ruote che inquinano. Sono compresi, quindi, tutti i veicoli Euro 0, e in particolare le automobili immatricolate prima dell’1 gennaio 1997. Per il momento, ogni veicolo Euro 0 perderà l’agevolazione anche se storico, e quindi pagherà il bollo calcolato come se fosse un’auto moderna. A questo, andrà aggiunto il cosiddetto superbollo, per le auto pre-1997. In questi casi, alla quota da pagare, andrà aggiunto il 112%. I promotori di questa legge sono stati i due politici Giuseppe Marmora e Guidalberto Razza.

Critiche aspre

Importante segnalare l’intervento, a margine della 34/a edizione del “Salone Auto e Moto d’Epoca 2017” di Padova, presso la sede Aci di Roma, del Presidente Automobile Club d’Italia Angelo Sticchi Damiani. “Il superbollo va eliminato, inoltre bisogna riordinare il bollo per le auto ultra ventennali veramente storiche e mettere in atto una regolamentazione ad hoc per la circolazione delle auto sportive”. “Bisogna eliminare il superbollo perchè – spiega Sticchi Damiani – non bisogna penalizzare un comparto su cui l’Italia ha delle eccellenze come Ferrari, Maserati e Lamborghini. Infatti, questa misura non ha portato i risultati attesi dal Governo, ma anzi ha avuto un gettito inferiore alle attese”. “Inoltre bisogna riordinare il bollo auto per le vetture ultra ventennali veramente storiche – specifica – che ogni anno aumentano di circa mille unità: vanno tutelate solo queste”, perché tutte le altre circolanti ogni giorno sono inquinanti, poco sicure e dannose per l’ambiente”.

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