Province e Città metropolitane hanno a disposizione ulteriori 1,150 miliardi di euro per il triennio 2021-23 per la manutenzione straordinaria di ponti e viadotti nella rete stradale di loro competenza.
Il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili ha acquisito l’intesa della Conferenza Stato-Città e Autonomie locali sul decreto ministeriale, di concerto con il Ministero dell’Economia, che ripartisce la cifra prevista nel decreto legge “Misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell’economia”, rafforzata nella legge di Bilancio per il 2021. Con l’approvazione del decreto gli enti locali, venendo a conoscenza degli importi assegnati, possono predisporre fin da ora i piani operativi di intervento all’interno dei loro bilanci.
Interventi ammessi per la manutenzione di ponti e viadotti
Tra gli interventi ammessi per la manutenzione di ponti e viadotti ci sono il monitoraggio anche tecnologico degli elementi strutturali, l’adeguamento delle barriere di sicurezza, il rafforzamento dei piloni e altre misure antisismiche o di protezione dal rischio idrogeologico.
Nella manutenzione straordinaria rientrano anche le opere di demolizione e ricostruzione. Le risorse sono state ripartite tra le varie Province e Città metropolitane secondo criteri oggettivi, predisposti dalle strutture tecniche del Ministero e condivisi con Anci (Associazione nazionale dei Comuni italiani) e Upi (Unione delle Province d’Italia), che tengono conto delle caratteristiche fisiche e geomorfologiche della rete stradale, nonché delle azioni antropiche, sismiche, idrogeologiche alle quali sono sottoposte le strutture.
Il programma di manutenzione 2021-2023
Il decreto si inserisce in un programma più ampio di interventi per la manutenzione straordinaria della rete viaria secondaria nel triennio 2021-2023. Nel complesso Province e Città metropolitane hanno infatti a disposizione finanziamenti di oltre 2,5 miliardi per il solo triennio 2021–2023, poiché con precedenti provvedimenti sono già stati assegnati circa 1,4 miliardi. Considerando le assegnazioni per area geografica, il decreto ripartisce circa 440 milioni a Province e Città metropolitane nel Nord Italia, 264 milioni agli enti del Centro e circa 446 milioni agli enti del Sud Italia.
Risorse che, rispetto a quelle indirizzate alle grandi opere, possono produrre un più veloce ritorno in termini economici e occupazionali sui territori. Le strutture tecniche del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili sono chiamate a monitorare le attività dei soggetti attuatori per verificare il regolare sviluppo dei piani di intervento.