Stabilire la colpa in caso di incidente stradale non è semplice. A volte aiutano le fotografie e le rilevazioni della polizia o delle altre autorità intervenute. Per calcoli più complessi l’assicurazione o il giudice nomina eventualmente un perito, esperto di infortunistica stradale. I testimoni possono infine fornire le loro versioni, utili a ricostruire i fatti.
TRE CONDIZIONI
Gli elementi sopra riportati potrebbero comunque essere insufficienti. Consapevole degli ostacoli nella ricostruzione della vicenda, il Codice Civile indica sempre una presunzione di pari responsabilità in capo ad entrambi i conducenti. La legge opera una sorta di finzione sino a prova contraria: i due automobilisti coinvolti nello scontro si ritengono colpevoli al 50% e, conseguentemente, con ragione al 50%. Pertanto hanno diritto solo a metà del risarcimento del danno da parte dell’assicurazione. Il guidatore ha comunque modo di addossare tutta la colpa sull’altro purché rispetti tre regole: dimostrare che l’altro conducente ha violato le regole del Codice della Strada; provare di aver rispettato il Codice della Strada e le regole di prudenza; avvalorare che la violazione dell’altro automobilista fosse anche imprevedibile e inevitabile.
MAI CREARE PERICOLO O INTRALCIO
Chi sta al volante è tenuto ad accertarsi con ogni mezzo che non sopraggiungano altri veicoli. Tale ispezione deve proseguire per tutte le fasi della manovra. Le regole sulla condotta alla guida contengono una serie di comandi e divieti giustificati in base a possibili rischi di una condotta difforme da parte del conducente, potenzialmente derivanti anche dalla condotta negligente o imprudente altrui. Il legislatore stabilisce infatti che i guidatori devono assicurarsi di poter effettuare la manovra senza creare pericolo o intralcio agli altri utenti della strada. Bisogna tener inoltre conto della posizione, distanza, direzione e, dulcis in fundo, segnalare con sufficiente anticipo la propria intenzione.