La clientela nel mondo auto va spesso conquistata attraverso l’estetica, ma soprattutto verso le famiglie rimane il comfort l’asso nella manica riservato dalle case produttrici. Un successo commerciale a cui è abituata la BMW, spesso apprezzata in Italia grazie alle station wagon.
QUANTE OPZIONI – Ad aprire le danze la rinnovata Serie 3, piacevole conferma in quanto ad approccio dinamico e funzionale. Due le versioni a benzina – 318i (1.5i TwinPower Turbo, 136 CV) e 340i (3.0i TwinPower Turbo a sei cilindri in linea, 326 CV) – più fornite invece quelle diesel con le versioni 316d (116 CV), 318d (150 CV) e 320d, divisa fra l’assetto più potente, pronto a sprigionare 190 cavalli ben ‘addomesticati’ dalla trazione integrale xDrive, e quello Efficient Dynamics incline al massimo rispetto ambientale (163 CV).
PREGEVOLI SUPPORTI – Segnalata la 325d biturbo (218 CV), passiamo alla 330d (258 CV) riportante la motorizzazione 3.0d TwinPower Turbo a sei cilindri in linea, equipaggiati pure sulla 335d che fa delle sue caratteristiche chiave i 313 cavalli e la configurazione fatta di cambio automatico Steptronic otto rapporti e trazione integrale xDrive. Offerti gli allestimenti standard, Luxury, MSport e Business, i prezzi partono da 33.384,40 euro. Fissata a 47.150 euro la soglia base per la Serie 5. Stessi equipaggiamenti, la gamma benzina segnala i prototipi 520i (184 CV), 528i (2.0i TwinPower Turbo a quattro cilindri, 245 CV), 535i (3.0i TwinPower Turbo a sei cilindri, 306 CV), 550i (4.4i V8 TwinPower Turbo, 450 CV).
DATI STRATOSFERICI – In quella gasolio spazio invece alle 518d (2.0d TwinPower Turbo a quattro cilindri, 150 CV), 520d (190 CV), 525d (218 CV), 530d (3.0d TwinPower Turbo a sei cilindri, 258 CV) e 535d (313 CV, Steptronic e Xdrive come la precedente). Menzione speciale va riservata alla M550d, autentico spettacolo in pista con potenza di 381 cavalli (coppia di 740 Nm), accelerazione 0-100 km/h in 4 secondi netti e velocità massima giunta a 250 chilometri orari autolimitati. Sei cilindri in linea da 3.0 litri, l’Xdrive ripartisce la coppia maggiormente all’asse posteriore, mentre il cambio 8 marce ZF risponde sempre tempestivamente.