I guidatori più meticolosi avranno considerato già l’acquisto di auto di importazione, capitalizzando il potere dell’euro rispetto ad altri Paesi. Riepiloghiamo quando effettivamente porta a benefici e quali sono gli adempimenti burocratici da rispettare.
FAVOREVOLI GERMANIA E RUSSIA
Rivolgersi direttamente ai concessionari presenti sul mercato italiano fornisce un significativo risparmio, senza spostarsi in un differente Stato, svolgere una serie di molteplici iter burocratici e/o sostenere spese extra. Comprare una macchina tedesca è, generalmente, un’operazione che non richiede, a costi ridotti, di compiere dei complessi passaggi. Identico discorso vale per le vetture prodotte dalla Federazione Russa poiché la quotazione del rublo è considerevolmente calata in epoca recente.
TASSE
Comprare il veicolo direttamente all’esterno, rende comunque obbligatorio, una volta portato in Italia, l’immatricolazione nella Motorizzazione Civile e iscriverlo al PRA. Questi passaggi possono comportare delle spese che variano in base ad alcuni fattori, come il Paese di importazione. Qualora l’automobile importata fosse considerata come nuova – cioè abbia un’età inferiore a 6 mesi o meno di 6 mila chilometri di strada – vi sarebbe l’IVA da versare all’Italia. Laddove invece l’automobile fosse usata, la tassa dovrebbe essere versata allo Stato produttore. Generalmente questa imposta varia dai 10 ai 25%, in relazione alle norme giuridiche della Nazione in cui si compra la macchina.
DOCUMENTI
I documenti da presentare all’ente competente al momento sono quasi sempre gli stessi, che ricordiamo consistono nella fotocopia del documento d’identità e nell’atto di vendita. Ulteriore operazione necessaria a immatricolare la vettura sul suolo italiano la dichiarazione di conformità. Un iter burocratico sì impegnativo, però i costi contenuti potrebbero forse valerne la pena e, chissà, magari permettervi di acquistare il mezzo dei sogni, finora ritenuto irraggiunbile.