L’auto elettrica è una realtà entrata nel nostro orizzonte di automobilisti in punta di piedi, accolta inizialmente con un misto di scetticismo e superficialità ed invece diventata sempre più una realtà affermata. Tanto da far trasparire, ormai, il fatto che costituisca il futuro, almeno dal punto di vista tecnologico e da quello, sempre più sentito, della salvaguardia dell’ambiente. Ma gli aspetti legato all’azzeramento delle emissioni, al risparmio dei costi di esercizio per il carburante e alle agevolazioni fiscali non sono gli unici elementi che giocano a favore di una scelta innovativa e un po’ coraggiosa come può essere quello di un’auto elettrica. Un fattore assai rilevante è anche legato al “privilegio” di accesso che all’auto elettrica è riconosciuto in molte zone a traffico limitato e in centri storici di molte città, grandi e piccole. Ma attenzione: se infatti il fatto che tale privilegio sia riconosciuto è opinione comune e dato quasi per scontato, occorre verificare bene la realtà dei fatti. Non sono pochi, infatti, i comuni dove la legislazione è ancora carente e lacunosa e dove questo “privilegio” rimane solo sulla carta.
Lo strano “caso” di Roma
Uno degli ultimi centri importanti ad introdurre l’accesso gratuito nelle proprie zone ZTL è stato Arezzo, nello scorso mese di dicembre. Ed il caso è sempre meno isolato. Da Milano a Lecce, da Torino a Napoli. Le zone ad accesso limitato – le cosiddette ZTL – sono ormai una prassi diffusa nella maggior parte dei comuni italiani. E la cosa si sta diffondendo sempre di più coinvolgendo non soltanto i grossi centri urbani, ma anche città e paesi di dimensioni più limitate che tendono a salvaguardare così i propri, spesso bellissimi e più facilmente “saturabili”, centri storici. Se le agevolazioni per i possessori di auto elettriche sono in esse generalmente riconosciute e nella stragrande maggioranza il transito è gratuito, non mancano i casi “controcorrente”. Uno dei più clamorosi è quello di Roma, dove la ZTL è una delle più vaste d’Europa, raggiungendo una estensione di oltre quattro chilometri quadrati, suddividendosi in diverse “aree” la cui limitazione di transito è diurna o notturna e varia per orario, frequenza e continuità. Nella capitale non ci sono differenze legate alla tipologia di alimentazione delle vetture e quindi le auto elettriche sono trattate come tutte le altre, mentre per esempio salvo che in alcune zone sono ammessi liberamente i ciclomotori e le motociclette. Si tratta comunque di una situazione in rapido cambiamento, dato che è stato annunciato nello scorso dicembre l’istituzione dal 2017 di una zona “maxi-ZTL” in cui solo auto elettriche ed ibride potranno avere accesso.
L’Area C di Milano e la ZTL Centrale a Torino
A Milano, invece, dove è stata istituita la ormai famosa “area C”, i veicoli elettrici hanno libero accesso, mentre quelli bifuel ed ibridi saranno esentati fino al 31/12/2016, e pagheranno regolarmente a partire dal 17/01/2017. Libero accesso ai veicoli elettrici anche nella ZTL Centrale di Torino, a partire dall’ultima delibera del comune in merito datata novembre scorso che ha aperto i varchi anche per le vetture ibride purché immatricolate dopo il 2014 e con emissione di CO2 uguale o inferiore ai 120g/Km. Per adesso la sperimentazione della norma ha un traguardo annuale, ma con buone possibilità di essere confermata anche per il futuro.
Photo: Tenam 2