Multe: dove finiscono i soldi delle contravvenzioni

Le differenze se i proventi sono dello Stato o degli Enti locali

Multa
Multa

Ogni volta che un automobilista contravviene alle norme previste dal Codice della Strada si trova a dover pagare una sanzione amministrativa. Ma dove finiscono i soldi delle multe? La risposta viene data dal codice stesso: gli incassi vanno all’Ente per cui lavora chi ha eseguito l’accertamento.

SE LE MULTE SONO DELLO STATO – Il proventi delle multe che spettano allo Stato devono essere ripartiti in modo preciso, come prevede il Codice della Strada. In particolare, deve essere devoluto al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti fino all’80% delle entrate annue, con lo scopo di svolgere studi, ricerche e propaganda per garantire la sicurezza stradale e l’educazione stradale. Questa quota può essere anche utilizzata per l’assistenza e la previdenza del personale della Polizia di Stato, dell’Arma dei carabinieri, della Guardia di finanza, della Polizia penitenziaria e del Corpo forestale dello Stato. Fino al 20% delle entrate annue sono riservati al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per studi, ricerca e propaganda sulla sicurezza del veicolo. Inoltre, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca può ottenere fino al 7,5% delle entrate annue, per l’insegnamento nelle scuole dell’educazione stradale e per l’organizzazione di corsi per condurre ciclomotori. Invece, gli incrementi delle multe per reati commessi tra le 22 e le 7 vengono versati nell’apposito Fondo contro l’incidentalità notturna.

SE LE MULTE SONO DEGLI ENTI LOCALI – Nel caso in cui i soldi ricavati attraverso le multe spettino alle casse di Regioni, Province o Comuni, la ripartizione viene operata in modo differente, con un 50% a libera disposizione dell’Ente locale e un 50% vincolato per legge. In particolare, una parte, in misura non inferiore ad un quarto, deve essere destinata ad interventi di sostituzione, ammodernamento, potenziamento, messa a norma e manutenzione della segnaletica stradale. Un’altra parte, sempre in misura non inferiore ad un quarto, è destinata al potenziamento di attività di controllo e accertamento delle violazioni. La parte restante viene destinata ad attività connesso al miglioramento della sicurezza stradale, come la manutenzione delle strade di proprietà dell’Ente, gli interventi per la sicurezza stradale a tutela di utenti deboli, corsi didattici finalizzati all’educazione stradale o assunzioni stagionali a progetto.

Articolo precedenteSsangyong Rexton W: potenza e bellezza del SUV, gamma, prezzi e motori
Prossimo articoloFascia Verde a Roma: dove, quando e per quali veicoli c’è il divieto

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here