La storia di Ape parte nel 1948, quando Piaggio decide di offrire un mezzo di trasporto merci ideale per gli operatori dell’industria, del commercio e dell’artigianato, come alternativa ai tricicli a pedali o ai carretti a mano, oppure ai grandi autocarri di derivazione militare, ai costosi veicoli commerciali di tipo automobilistico o ai motofurgoni lenti e pesanti.
Il primo modello di Ape non era altro che la versione a tre ruote della prima Vespa, dotato di cassone in legno da 200 kg di portata. Equipaggiato con il motore 125 da 4 CV di potenza e abbinato al cambio manuale a quattro marce, era venduto al prezzo di 170.000 lire. Nel ’49, la gamma fu ampliata al modello Ape Giardinetta, adibito al trasporto di persone.
Ape Piaggio, le prime evoluzioni
Nel 1953 debuttò il modello Ape B con il motore 150 da 5,5 CV, da 300 kg di portata e disponibile anche nella versione con il cassone in ferro ribaltabile. Fu sostituito tre anni dopo dal modello Ape C con il pianale in acciaio che consentì di aumentare la portata fino a 350 kg, nonché dotato di cabina e retromarcia. Dal modello Ape C, altresì, derivò anche la prima generazione del Calessino.
Nel 1958, invece, fu introdotto il modello Ape D, equipaggiato con il propulsore 170, con la cabina dotata di porte e il proiettore anteriore spostato dal parafango allo scudo, mentre la gamma comprendeva le versioni da 400 kg e 500 kg di portata. Nel ’61, dal modello Ape D derivò il Pentarò a cinque ruote che, grazie al rimorchio, aveva la portata di 700 kg.
La quinta generazione del ‘tre ruote’ italiano debuttò nel ’66, ovvero il modello Ape MP, equipaggiato con il motore 190 da 9,5 CV. Inoltre, fu rivoluzionata l’impostazione tecnica con il motore posteriore posizionato sulla struttura a slitta, la trasmissione non più a catena ma diretta sulle ruote posteriori con semiassi, bracci oscillanti in lamiera, molle in gomma ed ammortizzatori idraulici.
Nel 1968 fu introdotto il modello MPV proposto anche con il volante che faceva parte della lista degli optional, mentre nel ’69 debuttò il modello Ape 50 da 190 kg di portata.
Altre caratteristiche Ape Piaggio
La prima rivoluzione del concetto di Ape si tenne nel 1971 con il modello Apecar, disponibile solo con il volante ed equipaggiato con il motore 220 a benzina, dotato di telaio a scocca portante e da 600 kg di portata. Nel 1983, invece, debuttò il modello Ape TM, disegnato da Giorgetto Giugiaro e in produzione ancora oggi. Questo modello portò al debutto alcune interessanti soluzioni tecniche come le sospensioni indipendenti a bracci oscillanti, i freni a tamburo in lega leggera e le ruote da 12 pollici.
Nel 1984 fu la volta del modello Apecar con il motore 422 Diesel, abbinato al cambio a cinque marce, seguito due anni dopo dal modello Ape Max da nove quintali di portata. Tuttavia, il punto massimo dell’evoluzione di Ape è rappresentato dal Poker che debuttò nel 1990, in quanto dotato di quattro ruote.
Il modello Ape Poker era disponibile nella versione standard da 800 kg di portata, o a passo lungo da 900 kg di portata. Nel ’94, invece, debuttò il modello Ape Cross, versione speciale del modello Ape 50, dedicata ai quattordicenni e dotata di rollbar, bagagliaio, colori fuoriserie, antifurto elettrico e impianto stereo con autoradio ed altoparlanti. In seguito, ha debuttato anche la versione speciale Web del modello Ape 50.
Dal 1999, Ape è prodotto anche in India nelle versioni 501 Diesel e 601 Diesel, destinati al mercato locale. La produzione nell’impianto di Baramati, per la cronaca, è passata dai 35.000 esemplari all’anno del 2003 alle 150.000 unità annue odierne.
Per quanto riguarda il mercato europeo, nel Vecchio Continente sono state vendute oltre due milioni di unità di Ape e la produzione attuale nell’impianto di Pontedera ammonta a circa 10.000 esemplari l’anno. La gamma attuale è composta da tre modelli: Ape 50 nelle varianti Pianale, Pianale Lungo, Furgone, Cross e Top; Ape Classic 400, disponibile solo nella variante Pianale; Ape TM nelle varianti Pianale, Pianale Lungo, Pianale Ribaltabile e Furgone.
L’Ape nel terzo millennio
Al 2007 risale il debutto del nuovo Ape Calessino, prodotto in soli 999 esemplari, tutti venduti al prezzo unitario di 10.900 euro. Il modello Ape Calessino deriva dal Classic, ma è adibito al trasporto di passeggeri. Equipaggiato con il motore 422 Diesel, il Calessino è riconoscibile per la carrozzeria di colore bianco Arctic White, abbinata alla capote nella tinta bordeaux e agli interni color crema, nonché per i cerchi cromati con pneumatici a fascia bianca.
Nel 2009 è stata introdotta la versione Electric Lithium con il propulsore elettrico da 24 CV che, grazie all’alimentazione delle batterie agli ioni di litio ricaricabili in quattro ore, garantisce l’autonomia di 75 km. Riconoscibile per la capote di colore blu, il Calessino Electric Lithium è stato prodotto in soli 100 esemplari, tutti venduti al prezzo unitario di 23.900 euro.
Nel 2013, invece, ha debuttato la nuova generazione del modello Ape Calessino, equipaggiato con il motore monocilindrico 200 a quattro Tempi da 10 CV di potenza, abbinato al cambio manuale a quattro marce.
Il Calessino 200 è disponibile con la carrozzeria nelle colorazioni rosso Western Red, bianco Artic White e blu Charming Blue, in abbinamento al colore beige della capote in tela e degli interni. Il listino del modello Ape Calessino 200 parte dal prezzo base di circa 5.000 euro, esentasse. L’anno scorso, invece, la gamma è stata allargata alla versione speciale High Line.